È online dal 5 maggio – disponibile su Bandcamp in versione digitale – Arrispigghiativi, il nuovo album del cantautore lampedusano Giacomo Sferlazzo, dedicato a Pasquale De Rubeis “U Pachinu”.
L’opera del poliedrico artista di Lampedusa riporta con forza nel presente la necessaria solidità di una tradizione musicale e artistica, quella popolare siciliana, che troppo spesso viene relegata ad un folclore che ne appiattisce ogni profondità storica e che la depura dal suo valore conflittuale.
Un disco che nasce nei suoni prodotti dal costante vento di Lampedusa, nel suo “azzurro dilatato” carico delle tensioni che si dispiegano nel contemporaneo. Lampedusa che cerca sua madre tra l’Africa e l’Europa e la riconosce invece nella Sicilia, sintesi e laboratorio di culture, avamposto militare dei vari imperi che si sono susseguiti, mitica e magica fin dalle sue origini. Una Sicilia che oggi con le sue basi militari come quelle di Sigonella e dell’impianto Muos, ma anche l’isola di Lampedusa con le sue caserme e radar, è l’emblema della guerra disumanizzata del nuovo millennio, che un brano come “Ritmo rivoluzionario” racconta dal punto di vista dei militanti No Muos.
I suoni di strumenti popolari come il mandolino, il marranzano, la sciaramedda (la cornamusa siciliana), il “friscalettu” a volte tessono le trame che tengono tutta l’ossatura della canzone popolare tradizionale, altre volte si fondono con bassi e batterie elettroniche fino a divenire house music.
Brani di denuncia come “U mari unnavi curpi” che parla dei naufragi delle persone migranti e che fa eco all’inchiesta del collettivo Askavusa e del documentario di Antonino Maggiore sulla strage del 3 ottobre 2013 (qui il video e l’inchiesta), altri pescati dal vasto repertorio popolare ed altri come “Ventu” o “Lampoesia” che sono vere e proprie poesie dedicate a Lampedusa.
I testi rimangono fedeli al percorso del cantautore che guarda in questo caso alla poesia di Ignazio Buttitta e ai lunghi racconti/canzone di cantastorie come Ciccio Busacca pur tenendo fermo il suo punto di vista di chi vive e affronta quotidianamente la frontiera. Il dialetto di Sferlazzo non è solo il siciliano ma è precisamente il lampedusano e nei suoi versi si può riconoscere il suono del mare, il lamento degli ultimi della terra e la gioia che porta una giornata di bonaccia dopo una tempesta.
Tante le collaborazioni per realizzare questa nuova opera. Jacopo Andreini, produttore artistico dell’album, «si è occupato delle session di registrazione effettuate in case, cucine, sale, teatri e centri culturali tra Lampedusa, Firenze e Partinico»; l’artista siciliana Alice Valenti, unica donna a dipingere i carretti siciliani, ha realizzato le opere in copertina e nel CD; Francesco Piobbichi, artista e operatore sociale che lavora a Lampedusa e nella frontiera del Mediterraneo per il progetto Mediterranean Hope e cura il blog disegni dalla frontiera, ha realizzato un disegno per ogni brano.
Tanti anche i musicisti che hanno dato il loro contributo artistico.
Ascolta e acquista l’album su Bandcamp.