Il Cous Cous è presente in molti menu dei ristoranti qui sull’isola.
È una ricetta che si potrebbe quasi definire locale, tradizionale: la vicinanza con le coste africane ha infatti portato in passato diversi lampedusani ad avere legami con il Maghreb, soprattutto in Tunisia, tanto da viverci fino a creare una piccola colonia. Questo ha naturalmente portato nonne e madri delle generazioni di oggi a imparare e tramandare la vera ricetta del Cous Cous e a padroneggiare sapientemente l’arte dell’«incoccio», ovvero il procedimento fondamentale per ottenere una semola ben agglomerata, che – come ci spiega allegramente Lisa nel video – è il segreto di questo delizioso piatto.
Il Cous Cous, ricetta poliglotta
Il Cous Cous (anche cuscus, cùscusu, kaskà e chi più ne ha più ne metta) è un alimento tipico del Nordafrica, della Sicilia occidentale e della Sardegna sud occidentale, costituito da minuscoli granelli di semola di frumento cotti a vapore che, prima agglomerati e poi cotti, diventano sempre più grandi.
Questo piatto è l’alimento tradizionale di tutto il Nordafrica, al punto che lo si potrebbe definire “piatto nazionale” dei Berberi; in gran parte di Tunisia, Algeria, Marocco e Libia è infatti conosciuto semplicemente col nome in arabo: طعام, taʿām, “cibo”. Oltre che nel Maghreb, esso è molto diffuso anche nell’Africa Occidentale, in Belgio, in Israele presso gli Ebrei di origine magrebina ed è il secondo piatto preferito dai francesi. In Giordania, Libano e Palestina viene chiamato maftūl (ritorto).
Il Cous Cous in Sicilia
In Sicilia, a Trapani (territorio con frequenti legami storici e sociali negli ultimi due secoli con Tunisia e Libia) e nelle zone limitrofe come Favignana e San Vito Lo Capo (dove da tempo si svolge il Cous Cous Fest), il couscous di pesce (cùscusu in dialetto) è un piatto tipico e di uso quasi quotidiano.
Il “couscous trapanese” è inserito tra i Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Siciliana.
La semola è incocciata e poi cotta a vapore in una speciale pentola forata di terracotta smaltata. Il condimento, a differenza di quello magrebino, è la Ghiotta, un brodetto di pesce misto di scorfano rosso, scorfano nero, cernia, pesce San Pietro, vopa, gallinella, luvaro e anguilla delle saline della zona, insieme a qualche gambero o scampo. Spesso al couscous si accompagna una zuppa di cavolfiore, fave, carote, ceci e verdure varie.
Altra versione in quella zona (in particolare a Marsala, Mazara del Vallo, ma anche nelle Egadi) sono i “frascatula” – palline di semola impastata cotte a vapore – serviti con brodo di pesce.
Dove mangiare Cous Cous a Lampedusa
Se stai progettando una vacanza a Lampedusa, quindi, non farti scappare l’opportunità di mangiare il Cous Cous, accompagnato da verdure e deliziosamente arricchito da prelibato e freschissimo pesce pelagico. È, a ben vedere, considerato un piatto unico e i vari ristoranti dell’isola lo preparano su ordinazione (consigliamo di chiamare almeno un giorno prima).
Per farti un’idea su dove mangiare a Lampedusa e avere indicazioni per trovare il ristorante che hai scelto scarica l’app Lampedusa Today sul tuo smartphone, sarà la tua guida personale e gratuita durante tutto il soggiorno.
Fonti: Wikipedia