Storia di una giovane scrittrice lampedusana e della sua casa nel vento

«Una cabala letteraria»; «l’espressione più camuffata di un desiderio costante: l’ambizione di divenire una reporter della vita».

[highlight]Insomma, l’inizio del percorso da narratrice di Francesca K. Matina[/highlight], 24enne lampedusana che vive le sorti di gran parte dei giovani isolani: trasferita a Palermo per studiare, filosofia nel suo caso. Un percorso nato con la pubblicazione – il mese scorso – del primo libro intitolato La casa nel vento, edito da Thule e presentato oggi nella Sala Rostagno di Palazzo delle Aquile a Palermo insieme a Roberto Di Peri (Fondazione Thule Cultura), a Vincenzo Figuccia (sociologo e deputato Ars) e all’editore, Tommaso Romano.

Non capita tutti i giorni di seguire le vicende di una giovane scrittrice di Lampedusa, ecco quindi una breve conversazione per scoprire le origini della sua passione.

È possibile descrivere in poche righe il tuo rapporto con Lampedusa?
«Lampedusa è l’isola dalla quale provengo e per la quale mi batte il cuore, nonostante io sia costretta a vivere lontano, per una questione geografica imposta. Diversamente da ciò che si può pensare, le barriere del mare non sono mai state un limite per me, anzi probabilmente solo la spinta a voler guardare oltre l’orizzonte».

Cosa ha ispirato il tuo amore per la scrittura?
«Il mio amore per la scrittura nasce a Lampedusa ed è dovuto probabilmente ad un’insularità a cui sono stata votata nascendo da genitori isolani, oltre che da un sentire e percepire le cose in maniera acuta e profonda. E nasce anche da un’altra grande passione: la lettura. Da piccola, il mondo dei libri era il mio universo, la mia “casa nel vento”».

Come nasce l’idea di questo tuo primo libro?
«La casa nel vento nasce per caso, dal gioco che ha da sempre caratterizzato la mia vita: la scrittura. Non c’è mai stato un progetto nato prima. Tutto è venuto da se e nel tempo. Ho sempre scritto solo per me stessa, mai per gli altri. Annotavo diari e scrivevo pensieri che rimanevano sedimentati nella profondità più nascosta. Ma La casa nel vento non vuole me come interlocutrice assoluta. Vuole parlare agli altri. Ai giovani anzitutto, ma anche agli adulti che si trovano sempre in maggiore difficoltà nel capire e comprendere i figli. Volevo che avesse un monito forte: sognare, osare, lottare, ascoltare se stessi e le proprie aspirazioni e spingersi al di là di tutto ciò che gli altri reputano importante o di valore. Ascoltarsi e correre su strade asfaltate e non è il messaggio più importante, senza mai dimenticare di seguire i sogni, ad ogni costo.
La casa nel vento ha una finestra dalla quale affacciarsi all’esterno per scorgere il futuro, mirando a ciò che appare lontano e impossibile; ma è anche una finestra verso la quale guardare l’interno di una casa, un atto del presente, un atto “entronauta”».

Progetti per il futuro?
«Chissà!?! Sicuramente seguirò sempre ciò che mi fa battere il cuore».

La casa nel vento (narrativa, Thule), il libro di Francesca K. Matina, è acquistabile in anteprima online su IBS, a questo link.

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