La magia di Lampedusa d’inverno

Sole, mare cristallino, Isola dei Conigli, scooter per girovagare in libertà, aperitivi al tramonto in location uniche, buona musica e cibo siciliano che rimane impresso nella mente e nel cuore di chi soggiorna a Lampedusa. Come tutto il resto d’altronde!

Lampedusa in poche righe è questo e, per me, agrigentina di nascita e molti altri miei compaesani di molteplici generazioni, ha sempre rappresentato la meta del primo viaggio da poter fare da soli col fidanzatino, una sorta di rito d’iniziazione, compresa la mistica esperienza di fare il viaggio sulla Paolo Veronese, in poltrona per di più, per risparmiare!

Certo, la percezione dell’isola nell’immaginario collettivo è cambiata dal 2011, da quando non è più soltanto associata alle meraviglie che essa regala ma ad una triste realtà, fatta di persone disperate che in essa vedono la speranza e cercano la vita. Mai così tanto si è parlato di Lampedusa sia per la riscoperta del suo incantevole e poliedrico territorio, sia perché, purtroppo, mai fatti così orribili sono accaduti proprio tra le sue limpide acque. Così, il suo nome lo si sente spesso, nel bene e nel male, attraverso i media, monitorato dai social, rimbalzato e ripreso tra talk show, fiction, docu film, libri, progetti europei, attività di volontariato, premi di ogni genere, eventi ed iniziative.

E tutto questo ha fatto sì che Lampedusa si popolasse anche d’inverno, anzi è proprio in questo periodo dell’anno che qui si fanno gli incontri più interessanti e strani, oggi molto di più che negli anni passati, nei quali gli “stranieri” d’inverno erano solo gli insegnanti e il personale delle Forze dell’Ordine. A dire il vero, per gli insegnanti della provincia di Agrigento, l’assegnazione provvisoria a Lampedusa o Linosa ha sempre rappresentato una sorta di punizione!

Ma non per tutti sia adesso che la si vive molto meglio, sia negli anni novanta, quando la facciata della Chiesa e il suo piazzale sembravano il set di Nuovo Cinema Paradiso, un’atmosfera assolutamente magica che ho avuto il privilegio di “assaporare” nell’inverno del 1992, quando con i miei genitori per la festa dell’Immacolata, venimmo a trovare mio fratello che insegnava qui. E proprio mio fratello ricorda quell’anno come uno degli anni più felici della sua vita, quando dopo le ore di lezione si dilettava facendo lunghe passeggiate per i sentieri dell’isola, ammirando il mare agitato e le onde che si infrangevano sugli scogli oppure il cielo stellato come mai visto prima, godendo del privilegio di trascorrere una domenica di gennaio sulla spiaggia a leggere un libro. E devo dire che oltre mio fratello che potrebbe apparire come una mosca bianca, ho incontrato e continuo ad incontrare amici agrigentini e non che mi parlano benissimo della loro esperienza a Lampedusa d’inverno. Certo, qualcuno non riesce proprio ad apprezzare il silenzio e la quiete che regala un’isola o ad ammettere la mancanza del cinema o del teatro, che l’aereo non possa partire per il forte vento costringendolo a rimanere “prigioniero” sull’isola ancora per una notte. Sì, devo dire che ho assistito a scene particolarmente divertenti in aeroporto quando di fronte al tabellone che riporta “deleted” / “cancellato” accanto alla destinazione del volo, qualcuno si è fatto prendere da momenti di panico imprecando contro i limiti che un’isola presenta, facendo così emergere tutta la fragilità sulla quale si basa il quotidiano di ognuno di noi: non è ammissibile rimandare un impegno di lavoro! No, oggi la nostra società non lo giustifica!

E poi invece incontri Giulia, si dice felice di essere stata trasferita a Lampedusa perché qui ha trovato la sua dimensione: mattina presto a correre, poi a scuola, il pomeriggio lunghe passeggiate per l’isola scoprendone luoghi sconosciuti e imparando a riconoscere l’odore del timo e quello della salvia.

Oppure conosci Marta, giovane fisioterapista toscana che ti racconta che tra le tante destinazioni ha scelto proprio Lampedusa e che adesso è già il secondo anno che è qui e non intende rinunciare al suo lavoro, seppur in un contesto sociale non facile, che alleggerisce però facendo yoga, esperienza per lei molto importante e bella: ci si riunisce tre volte alla settimana in una villa vicino l’Isola dei Conigli immersa nel silenzio più assoluto, in una piccola sala a vetri dalla quale puoi ammirare le stelle d’inverno mentre pratichi l’attività riconciliandoti con te stessa, incontrando e scambiando opinioni con persone provenienti da tutta Italia e che si ritrovano qui a Lampedusa per diversissimi motivi come Giovanni e Paola, una coppia milanese in pensione che ha scelto di trascorrere l’inverno a Lampedusa e lo fa da anni ormai perché una volta “gustata” è difficile abbandonarla Lampedusa…

E di questi incontri ne potrei raccontare tanti e tanti altri, simili tra loro ma al contempo profondamente diversi perché diverse e decisamente personali sono le motivazioni che spingono ognuno di noi a scegliere di vivere un periodo della propria vita in un’isola o in un posto piuttosto che un altro.
Non posso non scrivere della bellezza di partecipare al Forum Lampedusa Solidale in un normale pomeriggio di novembre e incontrare persone così eterogenee tra loro ma così vicine in spirito e intenti.

Chi sceglie o si trova per caso a vivere d’inverno sull’isola, a mio parere deve imparare a cogliere il meglio che questo lembo di terra più vicino alla Tunisia che all’Italia può offrire: è facile lasciarsi andare e rimpiangere il calore e i colori dell’estate ma Lampedusa offre tante opportunità in qualsiasi periodo dell’anno, bisogna cercarle e talvolta non si lasciano trovare facilmente ma, ve lo assicuro per esperienza personale, se si trovano quelle giuste, fa la differenza perché le opportunità sono una risorsa, ti arricchiscono e, come il punteggio in ambito scolastico, qui valgono il doppio! Perché qui non è facile convivere con i limiti che l’isola ha in sé, questo è innegabile; ma, credetemi, se si è capaci di riconoscere i doni che il destino ci manda e ci si sentirà felici di contemplare un cielo stellato in mezzo al mare, allora sì, ne sarà valsa la pena di aver trascorso un inverno a Lampedusa.

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