C’è una Lampedusa che non va in tv

Seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino: questo il cammino, secondo Edoardo Bennato, per arrivare all’isola Che Non C’è. Oppure, provatene un altro: rotolando verso sud, il più a sud che si possa in Europa, doppiando Corsica, Sardegna, Sicilia fino a Pantelleria, e poi a Linosa; a ovest avrete già le coste africane, a levante Malta. Infine, eccola, Lampedusa. L’isola che c’è due volte.

Devono essere per forza due, giacché è davvero impossibile far collimare i frame ossessivamente riproposti dai Tg con le cartoline portate indietro, anno dopo anno, dai viaggiatori.

Per quel tipo di giornalismo che pensa che la deontologia abbia a che fare con incisivi e molari, la maggiore delle Pelagie è una via di mezzo tra lazzaretto, scenario post-apocalittico alla Mad Max, teatro di guerra disseminato di tombe dove si aggirano boia dell’Isis, scafisti, negrieri.

Chi ci è stato davvero, invece, riferisce di come questa sia una porzione di mondo a sé sospesa tra la Sicilia degli anni Settanta e i Caraibi, come queste spiagge facciano puntuale incetta di awards internazionali: assegnati dai viaggiatori, si badi, non dalla solidarietà pelosa che inonda il web e le tribune istituzionali. Dice che le sponde dell’isola sono frequentate – se mai – da balene e tartarughe, delfini e fenicotteri che tornano ogni anno; e da migliaia di turisti che vedono le Pelagie con gi stessi occhi di Ulisse per Itaca, di Clooney per il lago di Como.

Nel Medioevo, Lampedusa ospitava il solo santuario mai condiviso da crociati e turchi: un’oasi, e una tradizione, di accoglienza che ancora esiste, parte del dna di chi abita l’isola. Ma una sola volta, nell’inverno 2013, Lampedusa è stata testimone diretta di un naufragio; ogni altro sbarco che vi raccontano è fasullo, immagini di repertorio vecchie di anni manipolate per sostenere la grancassa… fino a che si scopre che “al largo di” è 100 miglia più a sud, la distanza tra Roma e Napoli!

È divenuto un neologismo crudele, Lampedusa: ingannevole, pericoloso. È questa, oggi, la sola reale minaccia che si annidi in questo eden e sarà questa, continuando così, a perdere un’intera popolazione.

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